
“Ehi, ma è un sacco che non ci si vede!”
“Sì, è un po' che non aggiorno in effetti. Ma sai, è che ho avuto parecchio...”
“Ok, basta dettagli. Lo hai letto l'editoriale del giornale di oggi?”
“Di quale giornale?”
“Quello di feltri. Scusa, è che la mia tastiera si rifiuta di concedergli lo status di nome proprio e mi sabota le maiuscole. Comunque è interessante, parla di antropologia, zoologia e psicologia. Dagli un'occhiata se ti capita.”
Gliela do.
Ovviamente non vado a comprarlo in edicola, forte dell'idea che il buon feltri è un signore e di certo
non vorrà i miei soldi sporchi. Lo leggo però sul sito del governo, che presumo attendibile, tanto che lo linko anche qui:
http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=64595765
Il titolo da solo merita speciale minzione: “Quei giovani incapaci di reagire”. Appena lo leggo, temo si tratti di una di quelle invettive sull'incapacità delle nuove generazioni di spingere aratri, tirare bindoli e in generale guadagnarsi il pane onestamente, e faccio per chiudere la pagina e dedicarmi a improduttive attività tipiche di noi nuove generazioni, ma poi l'occhio mi cade sulla parola “Norvegia” e subito l'interesse mi scuote le membra.
“Uh”, penso, “vediamo se ci troviamo qualcosa di morboso e splatter, ché noi nuove generazioni delle pruderie ridiamo con gusto!”
Invece niente. Vero è che avrei dovuto aspettarmelo, un probo dello stampo di feltri è per natura estraneo ai facili sensazionalismi quanto lo è un moscone all'igiene personale. Ma quel che c'è nell'articolo è anche meglio.
Esso si apre con uno struggente cocktail di emozioni, in cui il giornalista (il giornalista!) dapprima confessa incredulità di fronte al misfatto del pazzo norvegese, quel tale anders behring breivik, che io a casa ho una lampada da comodino che si chiama uguale, che armato di sani valori cristiani, di sano estremismo destrorso, e di armi vere e proprie, ha ucciso più di novanta persone il 22 luglio (io dal 22 luglio la mia lampada da comodino la guardo con molto sospetto).
Comunque, dopo lo stupore, il dubbio. “Il prode autore dell'editoriale si starà domandando, penso,” penso, “delle cause che hanno spinto questo brutto matto a un gesto così orribile. Le macchinazioni, i complotti, i possibili coinvolgimenti con...” ma l'articolo stesso smentisce le mie elucubrazioni. Cito:
“Abbiamo compulsato decine di articoli nella speranza di capire non tanto il movente, impossibile da cogliere per chi non abbia nozioni approfondite di psichiatria, quanto il fatto che il pazzo sia riuscito a uccidere una novantina di ragazzi in mezz`ora senza incontrare la benché minima resistenza. “
Che in effetti è la prima cosa che salta all'occhio. Questo bel biondino ha preso e ha sparato a rotta di collo contro un gruppo di poveri cristi (o poveri thor, in questo caso?) per minuti e minuti. Come si sono permessi questi smidollati di non rivoltarglisi contro, schivare i proiettili e prenderlo a calci nel suo scroto da squilibrato? Non li compulsano i fumetti in Norvegia? Non hanno mai visto un film con Bruce Willis?
Dall'alto della sua magnanimità comunque, l'umano feltri concede che in effetti, se si è bersagliati da una nube di piombo da uno che per giunta si era finto poliziotto fino a un attimo prima, il sangue freddo ha una certa tendenza a intiepidirsi.
Nondimeno però, sente il bisogno di manifestare una perplessità, che devo citare perché non sono in grado a parole mie di rendere piena giustizia a questo brandello di puro lirismo giornalistico:
“poiché la strage si è consumata in 30 minuti, c`è da chiedersi comunque perché il pluriomicida non sia stato minimamente contrastato dal gruppo destinato allo sterminio. Ragioniamo [è pure autoironico!].
Cinque, sei, sette, dieci, quindici persone, e tutte disarmate, non sono in grado di annientare un nemico, per quanto agisca da solo, se questo impugna armi da fuoco. Ma 50 - e sull`isola ce n`erano dieci volte tante -se si lanciano insieme su di lui, alcune di sicuro vengono abbattute, ma solo alcune, e quelle che, viceversa, rimangono illese (mettiamo 30 o 40) hanno la possibilità di farlo a pezzi con le nude mani.”
Quanta poesia in quest'immagine. Quanta meraviglia. Feltri dev'essere un asso a Civilization.
Il pezzo continua descrivendo il comportamento dei branchi di animali in analoghe situazioni di pericolo (che è di certo una strizzata d'occhio a chi compra di solito il quotidiano), e concludendosi con una nota malinconica in cui feltri si rammarica come l'essere umano abbia perso l'istinto a sacrificarsi per il prossimo (che, com'è noto, prima aveva a pacchi e in disavanzo).
Il pensiero di feltri è quindi, riassumendo, che la gente che il pazzo esaltato norvegese ha ucciso è egoista, priva di spirito di sacrificio, e quindi implicitamente riprovevole.
Ah, e non pago si è anche permesso di tentare di dare una lezione di morale.
Se non è eleganza questa...
Io lo faccio sempre a Starcraft, mando avanti gli omini che costano poco, anche se 50-60 vengono massacrati, gli altri riescono di sicuro a sopraffare il nemico.
RispondiElimina:o c'è ancora il bagaglino?
RispondiEliminama infatti speriamo che la prossima volta nel gruppo ci sia il martire feltri, così saremo tutti salvi.
RispondiEliminaDovrei consultare più spesso quel "giornale"
RispondiElimina@ Raffo: Che nei giochi è un'ottima strategia. Con le dovute proporzioni si applica anche agli scacchi. Con le persone, d'altra parte...
RispondiElimina@ Cooksappe: Cielo, spero di no.
@ Marta: Mah, un martire è uno che si fa baluardo dei propri ideali di fronte alla prospettiva di sofferenze o morte. Che feltri abbia un qualche tipo di ideale mi risulta inconcepibile. Risibile e inconcepibile.
@ Erica: Mah guarda, roba tipo quel giornale all'inizio la scorri per farti due risate. Poi i nervi di norma hanno il sopravvento e ti passa la voglia.
E' vero non è elegante. Di cagate comunque se ne leggono ovunque, in tutti i "giornali".
RispondiEliminaSì.
RispondiEliminaQuesta però è una di quelle particolarmente deplorevoli dal punto di vista umano, prima ancora che giornalistico.
E gratuita e completamente inutile da quello divulgativo.