sabato 11 giugno 2011

Potere dell'Acqua! Potere dell'Atomo! Potere dello Scudo Penale!

Nonostante quello che si sente dire in TV (niente), a breve sarai chiamato alle urne per esprimere qualche tua preferenza su argomenti importanti. Vuoi forse perdere quest'occasione? Certo che non vuoi.

Sicuramente sarai già ottimamente informato su tutti i punti messi in discussione dal referendum di domenica e lunedi (QUESTA domenica e QUESTO lunedi. E non dimenticarti un documento di identità e la tessera elettorale, che altrimenti faresti una figuraccia e deluderesti tutti i tuoi cari), ma dato che a me piace essere ridondante, qua di seguito ti illustro i quattro quesiti che ti verranno proposti. Ripetili ad alta voce con me.


PRIMO QUESITO:

«Volete voi che sia abrogato l'art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall'art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia" e dall'art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea" convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?»

… Ok, dunque.

C'è questa normativa, approvata dal tuo governo, che stabilisce che l'acqua in Italia venga gestita da enti privati, e non più dallo stato, e qui ti dice che se vuoi eliminare dalla faccia del pianeta questa bella pensata, devi votare SI'.

Se invece voti NO affermi che per te non ha alcun peso il fatto che il governo stia effettivamente ammettendo, con indosso una faccia tosta dorata e croccante, che non è in grado di offrire un servizio che, in quanto governo, sarebbe tenuto a far filare in modo impeccabile. Di suo. Senza aiuti esterni o soluzioni a pagina 46.

Poi, se sei di animo liberista e la cosa ti piace, fai tu. Ognuno ha le sue bizzarre peculiarità del resto.

A me per esempio dà un fastidio tremendo mangiare i gelati con lo stecco.


SECONDO QUESITO:

«Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?».


Qui chiede se vuoi cancellare la parte della normativa (si parla sempre di quella storia dell'acqua, dai che è facile) che prevede che i privati che eventualmente gestiscano il servizio idrico ci si possano anche arricchire, caricando una percentuale direttamente sulla tua bolletta.

Ora.

L'acqua, no? L'acqua è quella roba che cade dal cielo.

Concentrati un dieci secondi, e vedi se riesci a immaginarti una cosa più gratis di qualcosa che cade dal cielo.

Sì, sì, ok, l'aria, forse. Ma aspetta il prossimo referendum.

“Ma guarda che l'acqua rimane di fatto gratis, i privati prenderebbero soldi solo dalla gestione e manutenzione delle infrastrutture che ne controllano la distribuzione e tutto il resto!”

In effetti questo è vero. Sfrondiamo un po' la demagogia che è stata fatta su questo argomento. L'acqua, tecnicamente, resterà un bene pubblico e gratuito, e i privati potranno (se la normativa non viene abrogata) essere “adeguatamente remunerati” solo al riguardo di ciò che le sta intorno.

Quindi sì, se riesci a bypassare tutte le tubature, tutte le valvole e tutti i rubinetti, non dovrai alcun soldo a nessuno!

“Aspetta, ma bypassare tutta quella roba è impossibile!”

Esatto gringo. Spiacente. Mano al portafogli.

E' ora tempo di tornare all'asciutto con il


TERZO QUESITO:

«Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?».


Questa è facile: se sei contrario alla costruzione di centrali nucleari sul suolo italico devi votare SI'.

Se sei favorevole, rifletti su una cosa:

in Italia basta un quarto d'ora di pioggia perché le strade diventino così:

Ecco. Vivi in uno stato che ha seri problemi anche a tenere sotto controllo l'asfalto. Ma ti senti perfettamente sicuro se questo medesimo stato pensa bene di mettere in piedi degli edifici al cui interno è stipato il Fuoco della Morte.

Oh, hai poi pensato a dove verranno immagazzinate le scorie prodotte dalle centrali? Io ho a malapena spazio per i cambi di stagione, quindi non contare su di me.

In conclusione, passiamo all'interessante


QUARTO QUESITO:

«Volete voi che siano abrogati l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonché l'articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante "disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?».


Qui ti viene chiesto se vuoi schierarti contro o a favore del legittimo impedimento, che è quella cosa per cui se sei un ministro o il presidente del consiglio dei ministri (cioè quella carica che da un po' di tempo a questa parte viene erroneamente definita “capo del governo”), e sei sotto processo penale, all'occorrenza puoi tirar fuori una scusa ed evitare con destrezza di presentarti in aula.

Se voti SI' affermi in pratica che secondo te non è bello che una disuguaglianza sociale venga istituzionalizzata, e che ti piacerebbe che chi ti governa dimostri anzitutto che può legalmente farlo, e poi che ne abbia l'integrità morale.

Se voti NO sei un ministro che ha dei reati penali da cui deve scampare. Ché diciamocelo, altrimenti non hai veramente alcun vantaggio personale a tenere in piedi questa farsa.


Oh, e per chiunque sostenga che la democrazia si esercita anche col [virgolette]diritto all'astensionismo[virgolette], si noti che, astenendosi, si rende più difficile il raggiungimento del quorum, che è quella cosa per cui se almeno il 50% dei votanti PIU' UNO (e sì, sto parlando con te!) non va a votare, l'intero referendum va a ramengo.

Ergo, se tu ti astieni, di fatto neghi a tutti il diritto di esprimere le proprie scelte. Come il pensiero non ti impedisca di dormire la notte, mi sfugge.

Si va a votare domenica 12 e lunedi 13 giugno.

Lo chef suggerisce quattro SI', se vuoi sentire la sua opinione.


Ma comunque l'importante è che voti.

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