
Sherlock, obviously.
Per chi avesse abbastanza tempo da perdere da leggersi i vari indizi disseminati nel disegno, e scoprisse che gli sono avanzati due minuti liberi, qui sotto c'è la ricostruzione dello scenario, scritta con inchiostro simpatico. Per leggerla bisogna evidenziarla col mouse.
Enjoy.
Durante la mattinata la vittima ha ricevuto la visita di una persona che possiede un gatto viziato: lo si deduce dal fatto che la persona in questione, quasi sicuramente una donna, porta il gatto con sé quando esce, e che il gatto stesso non è stato educato a non farsi le unghie sulla mobilia, come si vede dai segni sul divano del salone. La donna in visita è certamente una parente, giacché è improbabile che un qualsiasi altro tipo di conoscente, per intimo che sia, si porti appresso il proprio gatto in casa d'altri (a meno che si tratti di una donna in visita a un'altra donna, ma la vittima è un uomo).
Per qualche ragione, la parente si è portata via, d'accordo con la vittima, le corna appese al muro, di certo un cimelio di famiglia, dato che la vittima non era tipo da aver acquistato di persona un oggetto simile perché stonava col resto dell'arredamento (per esempio, la foto con grattacieli), e si trattava di un individuo che non lasciava al caso la scelta di come riempire i propri spazi (legge libri di design degli interni).
Poco dopo l'uscita di scena della parente della vittima è arrivata un'altra persona, quella che ha bevuto dalla tazza sul tavolino. Si tratta certamente di qualcuno che la vittima teneva in alta considerazione, al punto di avere in casa del latte apposta per lei nonostante la sua intolleranza al lattosio (le visite di questa persona erano frequenti, oppure la vittima si aspettava quella particolare visita quel giorno, elemento deducibile dal fatto che il latte non ha in genere una lunga scadenza). La persona in visita se n'è andata prima del tempo, non finendo il suo tè. La vittima l'ha seguita fuori, dando modo all'assassino di penetrare in casa. La discussione tra la vittima e la persona in visita deve essersi protratta a lungo fuori dall'abitazione, dato che l'assassino ha avuto modo di appendere qualcosa dove prima era fissato il palco di corna, qualcosa di pesante giacché ha dovuto sostituire il chiodo. Questo qualcosa ha sconvolto la vittima a tal punto da farla uscire precipitosamente di casa non appena è rientrata e l'ha vista. Uscendo, la vittima ha urtato la foto appesa al muro facendola cadere.
Nonostante qualcuno fosse palesemente penetrato in casa sua, la vittima non ha chiamato la polizia, evidentemente per tenere segreto qualcosa. Da ciò si desume che la vittima probabilmente conosceva il suo assassino, o quantomeno il movente, movente che nonostante il suo terrore ha preferito tenere nascosto. Che la vittima fosse da un po' di tempo paranoica e in preda all'angoscia lo si evince dai libri vicino all'enciclopedia. Stava certamente preparando un qualche piano segreto che la metteva estremamente a disagio.
Da parte sua, l'assassino voleva la vittima fuori di casa. Di sicuro era in cerca del libro alto che manca nella stanza accanto, libro di cui non voleva si sapesse l'esistenza, tanto da risistemare le mensole della libreria in modo che non fossero neanche abbastanza alte da contenerlo. Il libro per bambini nelle mensole più in basso è probabilmente un depistaggio per mostrare che l'altezza delle mensole fosse sempre stata quella.
Il fatto che l'assassino potesse introdursi in casa della vittima con una certa facilità ma non l'abbia uccisa lì porta alla conclusione che volesse che la sua morte avvenisse in un luogo preciso (luogo che ha probabilmente a che fare coi tragitti che la vittima stava febbrilmente studiando da qualche tempo sulla guida di Londra e sull'enciclopedia), e che sembrasse che la vittima fosse uscita di casa in una situazione di normalità anziché in preda al terrore (sicuro che comunque, avendo qualcosa da nascondere, non avrebbe avvertito nessuno), come dimostra il fatto che si sia dato la briga di sostituire di nuovo il chiodo, risistemato la foto dei grattacieli e posizionato il libro di design (che probabilmente era caduto) sul bracciolo della poltrona.
Ci sono elementi discordanti nella rimozione da parte dell'assassino delle tracce del suo passaggio: il riposizionamento delle mensole della libreria, l'utilizzo di un punto in cui esistesse un chiodo e quindi venisse difficilmente notato e l'eliminazione della polvere di intonaco che il maneggiare col chiodo stesso avrà sicuramente fatto cadere sul pavimento definiscono l'assassino come un tipo metodico e attento ai dettagli. Il manuale di design messo sul bracciolo indica che non conoscesse la vittima tanto bene da sapere quanto questa curasse i propri libri. Riguardo alla foto appesa al muro, il fatto che l'assassino l'abbia riposizionata in modo così poco meticoloso rispetto al resto (nonostante avesse avuto addirittura il tempo di risistemare le mensole di una libreria) può indicare solo una cosa: è un messaggio per qualcuno.
e pensi di essertela cavata con la ricostruzione dello scenario? ora io voglio assassino e movente, come minimo.
RispondiEliminaHo pensato la stessa identica cosa!
RispondiEliminaChi è l'assassino? E la vittima? E perché la vittima e il suo/sua ospite stavano litigando? E perché se legge libri di design ha una foto con i grattacieli? E dov'è Watson???
@ Valeria: E io come posso saperlo? Non ho il cervello di Holmes!
RispondiElimina@ Giovanni: Ditto!
Quanto a Watson, come saprai è facilmente rintracciabile qui: http://www.johnwatsonblog.co.uk/
Sei un genio.
RispondiEliminaSe intendi per il fatto che l'inglese nelle didascalie è impeccabilmente corretto sì, sono effettivamente orgoglioso di me stesso.
RispondiElimina